martedì 13 maggio 2014

RECENSIONE "Joyland" di Stephen King


Ciao ragazzi, vi piace il Luna park? Montagne russe, ruota panoramica, autoscontro rientrano tra i vostri divertimenti preferiti? Se la vostra risposta è affermativa allora siete tutti invitati a
“Joyland” di Stephen King
pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer (4 giugno 2013). La traduzione del romanzo è stata affidata a Giovanni Arduino.



Autore: Stephen King
Genere: Romanzo
Editore:
Sperling & Kupfer
Pagine: 351 p.
Prezzo: € 19,90 
Trama:
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti, è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel frattempo si è innamorato.


STILE: 10
STORIA: 9
COPERTINA: 8





“Ehi ehi ehi gente, che giornata vuota, tempo di un giro sulla ruota, in fretta in fretta in fretta, l’estate non aspetta, venite su, dove il cielo è pulito e il panorama garantito, il divertimento inizia qui, fatevi avanti, forza, così”.
Con rispetto e tanta curiosità mi sono avvicinata a questo romanzo del Maestro. Con trepidazione ho intrapreso, con lui, un viaggio nella memoria per narrare con struggente malinconia una storia, che già esisteva nel ricordo, del protagonista, di un’estate lontana.
“La vita non è sempre un gioco al massacro. A volte si può vincere un premio. Un premio molto prezioso”.
Estate del 1973, Devin Jones, universitario senza un soldo e con il cuore in frantumi, per dimenticare “lei” e guadagnare qualche dollaro, decide di accettare un lavoro stagionale nel parco divertimenti di Heaven’s Bay: Joyland. Nel rispetto della migliore tradizione, in questo parco c’è un segreto: si racconta che il fantasma di una ragazza, uccisa anni prima nel luna park, compaia ancora lì nel “Castello del Brivido”. Devin verrà coinvolto in questa vicenda, conoscerà Annie Ross e suo figlio, sarà travolto dall’evolversi dei fatti. Cosa nasconde Joyland?
“Da ventunenne la vita è come una cartina stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì, cominci a sospettare di averla guardata capovolta, per poi esserne certo intorno ai quaranta. Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla”.
Se cercate in questo libro mostri o “entità” provenienti da mondi kinghiani  mi dispiace per voi ma non troverete nulla di terrificante. Nessuna “presenza” se non un fantasma del gentil sesso che appare ogni tanto ai visitatori del Castello del Brivido. Joyland è un romanzo breve, 351 pagine, che narra di vita vissuta, di amore e di malattia, di fede e di morte. Con poesia e nostalgia il protagonista ricorda l’estate dei suoi ventun anni, narra il passaggio dall’adolescenza all’età adulta attraverso l’amicizia, il sacrificio, le delusioni, il coraggio. Questa “lunga emozione” racconta la realtà del rapporto uomo-donna, padre-figlio, malattia-morte. Jones, Jonesy per gli amici, ci conduce in un mondo di divertimenti, ci mostra il luna park dei nostri sogni dove tra musiche, giochi e zucchero filato si vendono illusioni confezionati con i colori della felicità. Tutto è relativo: quando le luci si spengono, il silenzio abbraccia ogni cosa e il tramonto regala un sorriso di Dio. E’ così che la realtà diventa sconvolgente.
La vita reale può rappresentare un baratro infernale quando si guarda il proprio figlio morire lentamente ma inesorabilmente, giorno dopo giorno. King concretizza questo dolore nella figura di Annie Ross, giovane madre di  Mike, un bambino doppiamente speciale. Egli è affetto da una grave patologia, la distrofia di Duchenne, vive la sua malattia preoccupandosi più per gli altri che per se stesso e trova in Devin un sostegno, un amico con cui condividere dolori e sogni. Un amico a cui manifestare il proprio potere da sensitivo:”Sta’ attento Dev. Non è bianco”.
Devin vive la sua magica estate nel luna park, il lavoro è duro ma gratificante, vendere felicità è un impegno che assorbe tutta la sua energia ma il destino ha, come sempre, in serbo eventi speciale per questo studente squattrinato. Ben presto il giovane inizierà a indagare sul mistero di Joyland e si troverà faccia a faccia con l’assassino in un confronto adrenalinico. Tuttavia la bellezza di questo romanzo non risiede nelle sue venature soprannaturali o nello sguardo spietato di un omicida. Questa volta a far da protagonista è il sentimento, la nostalgia per una fase della vita che mostra “l’embrione d’uomo che diventa un adulto”. Questa evoluzione passa attraverso lo sguardo gioioso di un ragazzino che vive un sogno: per un giorno la vita vince la morte, per un giorno la malattia scompare, per un giorno Mike vola libero come il suo aquilone. Infatti Devin riesce a portare il suo giovane amico al luna park: il mondo del divertimento è a loro completa disposizione.
“Mike, hai idea di che cosa vendiamo qui?
Il ragazzino restò perplesso. “Biglietti per le giostre e i giochi?
Noi vendiamo divertimento. Ne vuoi un po’? “
Come avrete compreso questo libro non è il romanzo che tutti si aspetterebbero dal re dell’horror, il suo quieto scrivere accarezza il lettore e lo coinvolge in un malinconico ricordo. Questa volta l’amore, l’amicizia,il dolore rappresentano tre valori che danno senso alla vita. Commuoversi leggendo king non è una cosa che capita spesso. La sua prosa è talmente vivida  che ti sembra di essere accanto a Devin a sognare e soffrire con lui. Il finale lascia gli occhi umidi e il cuore palpitante per Coloro Che Oltrepassano La Soglia. “Joyland” rappresenta il voler fermarsi un attimo per rivolgere uno sguardo al tempo che fu, per dar spazio al potere dei sentimenti, per ricordare che i “mostri” quelli “veri” sono già sulla Terra dove vivono facendosi chiamare “uomini”. Naturalmente non tutti sono mostri; la bontà d’animo, l’altruismo, l’anteporre il bene degli altri al proprio sono armi vincenti che nessuno può scalfire. Solo la Morte non si ferma davanti a nulla: l’innocenza di un fanciullo, la disperazione di una madre non commuovono la Signora in Nero. La vita ha le sue regole, belle o brutte che siano, non fanno sconti a nessuno. Il tempo passa per tutti, un attimo di malinconia è giustificata anche perché ”Nessuna estate dura per sempre”.
Dopo aver letto il finale di questo romanzo ho notato che vi erano ancora delle pagine in cui king ringraziava tutti coloro che gli erano stati vicini, un ulteriore momento di confronto con la vita, un riepilogo sentimentale, una debolezza umana del grande Maestro.
Ora vorrei dirvi di non essere troppo severi con il Re se il romanzo non rispetta i canoni a cui siamo stati abituati. Alcune volte narrare della vita è più complicato che narrare di agghiaccianti presenze. La lettura fluida, la scrittura dolce, la “visione” della parola, rende questo romanzo prezioso e unico. Sicuramente il libro è promosso a pieni voti. Non occorrono magie quando si legge Stephen King non si può che lasciarsi sedurre dal suo narrare. E se, per una volta, i mostri hanno lasciato spazio ai sentimenti, pazienza! Non si può sempre vivere nel terrore anche il Maestro ha un’anima.

10 commenti:

  1. che bella recensione, sono proprio curiosa di leggerlo!!

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    1. Sarà una bella lettura! Poi, se hai nostalgia di storie più adrenaliniche, ti consiglio Doctor Sleep:)

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  2. Aggiunto in wishlist! Mi ero persa questo libro di King, ma so che non mi deluderà!!

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    1. Il Maestro non delude mai! Anche senza mostri è un grande:)

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  3. Io lo ho trovato un libro troppo alla Sparks e poco alla King..

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    1. Mi dispiace ma non ho letto alcun romanzo di Sparks. Quali sono le caratteristiche dei suoi libri? King non è solo horror, forse Doctor Sleep ti piacerà di più:)

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  4. Non ho mai letto un libro di King, che vergogna! D: magari posso recuperare iniziando da questo anche se ho letto anche pareri negativi!

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    1. Ho letto pareri molto contrastanti su "Joyland". Alcuni non hanno apprezzato questo romanzo forse perchè si aspettavano un horror e sono rimasti delusi nel trovare temi come l'amore, l'amicizia, la fede. Sicuramente in questo "lavoro" King è più riflessivo, nostalgico. Ma nessuna paura, in Doctor Sleep il mondo kinghiano ritorna!

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  5. In realtà io non ho ancora letto nulla di King, quindi non posso rimanere delusa. In realtà da un po' di tempo voglio leggere qualcosa di suo, in particolare mi incuriosiscono "La bambina che amava Tom Gordon", "The dome" e naturalmente "Shining".

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  6. Ho letto altri libri di King ma non questo. Secondo me è un bene che scriva cose "diverse dal solito" , anche perché a lungo andare scrivendo sempre sullo stesso genere si può cadere nella ripetitività o nel banale. Io ho amato moltissimo alcuni suoi romanzi non-horror, e da come hai parlato di Joyland mi piacerà anche questo! *-*

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