mercoledì 23 novembre 2016

RECENSIONE | "Stoner" di John Williams

Carissimi lettori, spero che la letteratura americana del Novecento sia tra le vostre passioni perché oggi vi parlerò di “Stoner”, scritto da John Williams, pubblicato da Fazi Editore. 

Stoner
John Williams (traduzione di S. Tummolini)

Editore: Fazi | Pagine: 332 | Prezzo: € 15,00

Sinossi: William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron)

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7


William Stoner si iscrisse all’Università del Missouri nel 1910, all’età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato di ricerca e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido. Quando morì, i colleghi donarono alla biblioteca dell’università un manoscritto medievale, in segno di ricordo.
“Stoner” è il racconto di una vita che all’apparenza sembra piatta e desolata. John Williams ne ha fatto un romanzo appassionante, ricco di emozioni, dal finale malinconico.

Ripercorriamo insieme i momenti salienti. Stoner nasce da una famiglia di agricoltori nel 1981, in una piccola fattoria al centro del Missouri, vicino a Booneville, un paesino a circa quaranta miglia da Columbia, sede dell’università. Suo padre, seppur giovane, era piegato dalla fatica per il duro lavoro. Sua madre “sopportava la vita con pazienza, come una lunga disgrazia destinata a finire”.

Finite le superiori, nella primavera del 1910, suo padre gli parla di una nuova facoltà all’Università di Columbia: Agraria. William decide di immatricolarsi presso questa facoltà. Dopo un po’ cambia il suo piano di studi e si laurea in lettere. Scoppia la Prima Guerra Mondiale. Stoner non si allontana mai di molto dal natio paese rurale, insegnerà per tutta la vita e per quasi quarant’anni è infelicemente sposato alla stesso donna. Con la figlia ha rapporti sporadici, per i genitori è un estraneo e ha pochissimi amici. Cosa c’è di rilevante in tutto ciò?

Con scrittura limpida e sensibile, Williams ci mostra il mondo di Stoner. Lo impreziosisce con una miriade di dettagli, ne sottolinea i momenti più importanti. Il matrimonio con Edith, l’angosciante luna di miele, lo spiraglio d’amore con Katherine, lo strazio dell’ultimo periodo di vita. Intorno a Stoner il mondo evolve attraversando due guerre mondiali, crisi economiche profonde e devastanti. La dinamicità del tempo che passa si infrange contro la passività di Stoner. Egli si rende conto degli errori che commette eppure non riesce a porvi rimedio precludendosi un riscatto nei confronti della vita.

Edith, sua moglie, con i suoi continui cambiamenti d’umore, distrugge la loro vita matrimoniale e mina il rapporto con sua figlia. Nel campo lavorativo c’è Hollis Lomax a rendere difficile la vita di Stoner. Sicuramente tutto ciò appartiene a una visione che non può fermarsi alla superficie ma deve scavare nel profondo dell’animo di personaggi complessi che hanno molto da offire. Anche la figura di Grace, figlia di Stoner, è una figura complessa. La ragazza assorbe le negatività dei genitori e percorrerà una china che la porterà tra le braccia dell’alcool. Un momento di intensa emozione è il rapporto di Stoner con l’affascinante Katherine: l’amore trionfa ma ha vita breve. Cosa succede? La vita dona un po’ di felicità esigendone subito il pagamento in un modo che lascio a voi scoprire.

“Stoner” è un romanzo che affascina nella sua semplicità.
I personaggi mostrano emozioni in continua evoluzione e così anch’io ho provato inizialmente ammirazione, partecipazione, tristezza, rabbia, malinconia. Nel romanzo la grande protagonista è la vita con i suoi perché, con il bagaglio di ricordi che costituiscono la nostra ricchezza emozionale. E alla vita Stoner si accosta, portando  nell’intimo della sua anima “il ricordo degli stenti, della fame, della sopportazione e del dolore.”Quando ripensa alla sua infanzia nella fattoria di Booneville, ricorda le vite oscure, faticose e stoiche dei suoi antenati che “offrivano al mondo tiranno visi inespressivi, rigidi e spenti.”

Stoner sale sul treno della vita e come viaggiatore attraversa la sua esistenza fermandosi al ruolo di spettatore incapace di intervenire per mutare gli eventi, per aiutare chi, in silenzio, chiede aiuto. Poteva fare di più Stoner? Si, certamente si. Tuttavia la vita ci pone sempre davanti a una realtà complessa in cui tutti ci muoviamo con difficoltà. Non importa ciò che avremmo voluto fare ma solo ciò che realmente facciamo. La forza di questo romanzo è proprio nel racconto di una vita pacata, senza grandi avvenimenti e travolgenti decisioni. Sbirciando sotto il quieto vivere però, scoprirete un mondo che catturerà il vostro cuore ponendo Stoner tra i personaggi che ricorderete con affetto.

14 commenti:

  1. Romanzo che voglio leggere da un'infinità, però lo temo molto. Prima o poi... :)

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    1. Leggere è sempre un piacere anche quando la lettura ci coinvolge emotivamente regalandoci un ventaglio di emozioni in cui possiamo riconoscerci :)

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  2. Bella recensione, cara Aquila! Io purtroppo non sono riuscita ad apprezzare questo romanzo, non so se è stato perché l'ho letto nel periodo sbagliato o, cosa più probabile, per il fatto che durante la lettura aspettavo un colpo di scena risolutivo, che rendesse Stoner speciale, e che invece non è mai arrivato...

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    1. Ciao cara Alenixedda, nessun colpo di scena per Stoner ma il racconto di una vita spesso subita e mai vissuta da vero protagonista. Il fascino di questo romanzo è proprio la narrazione di una vita normale, con molte difficoltà spesso subite e mai affrontate. Non tutti siamo eroi, Stoner vive una vita silenziosa a noi scoprirne i pregi e i difetti :)

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  3. Ogni volta che leggo interventi su questo libro o citazioni tratte da esso, mi sento in colpa per averlo messo in lista tanto tempo fa e non averlo ancora comprato. Sono una temporeggiatrice imperdonabile. :)

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  4. desidero leggere questo libro da tempo immemore...

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  5. Che bella recensione:) Voglio leggerlo da sempre, ma ammetto che mi spaventa un po' questa lettura. Ogni volta che ne sento parlare, però, cedo un pochettoxD

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    1. Bene, se la resa è vicina auguro buona lettura anche a te :)

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  6. ma sai da quanto mi dico di leggere Stoner e ancora non capita!!? mi stai facendo aumentare la vogliaaaa

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    1. Bisogna sempre soddisfare le voglie letterarie quindi non attendere oltre e buona lettura :)

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  7. per me è stata una lettura davvero affascinante e coinvolgente!

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