giovedì 13 luglio 2017

RECENSIONE | "Il criminale" di Massimo Lugli [Review Party]

Carissimi lettori, l’estate sarà anche sinonimo di vacanza ma questo caldo afoso lo vivo come una minaccia personale. Per difendermi ho una strategia personalizzata: una fresca macedonia e un buon libro. Per la macedonia decidete voi quale frutta scegliere, il buon libro ve lo consiglio io: “Il Criminale” di Massimo Lugli, da oggi in libreria.

Un thriller avvincente grazie al carisma dei suoi protagonisti. Due ragazzi in fuga, tra rapine, malavita e sparatorie, diventano la coppia più ricercata nell’Italia oscura degli anni Ottanta.

STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 7
Il criminale
Massimo Lugli

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Consiglio Spada, detto “Sbrego”, finisce nei guai il giorno stesso in cui lascia l’istituto minorile. Per nulla intenzionato a tornare dalla sua famiglia di giostrai, inizia a condurre una vita randagia, ma i problemi non tardano ad arrivare: coinvolto suo malgrado in una rapina, è costretto a scappare e da quel momento gli capita di tutto. Dopo un incontro fortuito in treno, finisce in una comunità hippy nei boschi della Toscana. Impara a cacciare con l’arco e a vivere senza luce, acqua, gas. Abbandonata la comune, raggiunge Genova ed entra in un piccolo giro di malavita, ma dopo una rapina andata male, deve darsi di nuovo alla fuga. La sua vita cambia improvvisamente quando incontra Zoe, una ragazza affascinante, imprevedibile e contraddittoria che nasconde un passato inquietante. L’amore tra i due giovani allo sbando si consuma tra giacigli improvvisati, alberghi, furti e inseguimenti. Finché Sbrego e Zoe non diventano la coppia più ricercata d’Italia. Ma l’escalation di violenza di cui sono protagonisti non potrà che finire in tragedia…

Diciannove anni ancora da compiere non è l’età giusta per dire addio alla vita, anche a una vita dietro le sbarre.
Consiglio Spada, detto Sbrego per la cicatrice che deturpa la sua guancia, è appena uscito da un istituto minorile. Ad attenderlo non c’è nessuno. Dalla sua famiglia di giostrai è meglio stare alla larga. Nessun parente, nessun amico. Inizia a spostarsi senza una meta ben precisa ma i problemi non tardano ad arrivare. Sbrego si lascia coinvolgere in una rapina che finisce in un lago di sangue. Per nascondersi e riprendere fiato, Sbrego finisce in una comunità hippy nei boschi della Toscana. Qui non ci sono leggi, tutti sono liberi. La comunità ha bandito la vita civile, la quotidianità è scandita dal lavoro,dalle pratiche mistiche, dalla caccia, dalle discussioni. Nessuna comodità, si vive senza luce, acqua e gas, a stretto contatto con la natura. Posto ideale per sottrarsi al lungo sguardo della polizia ma Sbrego riesce a cacciarsi nei guai anche in questa oasi di pace. Abbandonata la comune, raggiunge Genova, entra in un piccolo giro di malavita, partecipa a una rapina finita male e riprende la sua fuga. Conosce Zoe, una ragazza con una visione particolare del mondo. La violenza nasce dall’ignoranza e dalla miseria. La società, senza alcuna pietà, schiaccia i più deboli.

Inevitabilmente nasce l’amore tra i due giovani, continuano insieme il viaggio-fuga tra giacigli improvvisati, furti e rapine, inseguimenti e sparatorie. Nel tentativo di eclissarsi i due giovani giungono a Napoli, quartiere Miracoli, dove tutto è targato camorra.

Ancora furti, inseguimenti, omicidi. Ormai Sbrego e Zoe sono la coppia più ricercata d’Italia. Tutto finirà in tragedia.

Massimo Lugli, giornalista di “la Repubblica”, si è occupato per 40 anni di cronaca nera. È stato finalista al Premio Strega con “L’istinto del lupo”. Cintura nera di Karate e istruttore di tai ki kung, Lugli pratica fin da bambino le arti marziali di cui parla nei suoi romanzi.

“Il Criminale” è un romanzo pieno d’azione e di emozioni. Con un linguaggio brusco quasi duro, Lugli ha dato vita a una storia forte in cui solitudine, dolore, odio, amore e morte, si intrecciano creando una ragnatela in cui si muovono i protagonisti. Sbrego e Zoe vivono il loro amore con la costante presenza di una minaccia: l’arrivo della polizia, l’arresto, il carcere.

Leggendo questo avvincente thriller, che a grandi linee ricorda la ben nota storia di Bonnie e Clyde, sono stata pervasa da un senso di rassegnazione. La sorte dei due ragazzi è segnata fin dall’inizio. L’infanzia di Sbrego si può riassumere in tre parole: botte, miseria, arresti. La violenza è stata la sua compagna di giochi, ha bruciato la sua vita in una manciata d’anni. Sbrego è “un ragazzino con le mani sporche di sangue”. Il suo destino era già scritto.

Zoe non ama alcun tipo d’imposizione, è uno spirito libero, determinata e indipendente, non riconosce alcuna autorità. In Sbrego trova l’anima gemella, l’unico che possa comprenderla veramente. Pochi momenti di felicità nell’illusione del “per sempre” a qualunque costo.

Questi ragazzi mi si sono presentati spesso nella duplice veste di vittima e carnefice. Mi sono piaciute le parole dell’avvocato difensore di Sbrego che durante il processo, inevitabile passaggio verso il sicuro e duraturo carcere, arringa:
Il destino di un ragazzo che non ha ancora compiuto vent’anni è nelle vostre mani, signori della Corte. Consiglio Spada, nella vita, non ha avuto una chance. Siate voi a dargliene una. Permettetegli di cambiare, di ravvedersi. Salvate il suo futuro.
Non vi svelo come evolveranno i fatti. La vita gioca con il destino di questi ragazzi fino alla fine. La libertà di scelta forse tanto libera non è. Il male è ovunque, cammina con noi è dentro di noi.

Ho letto questo romanzo tutto d’un fiato, pagine violente si alternano a commoventi passaggi. Incisiva la descrizione dettagliata della vita in carcere regolata da un vero e proprio manuale di comportamento. Scoprirete i contrasti anche tra le forze dell’ordine, poliziotti e carabinieri non hanno un comportamento ottimale. I giornalisti poi fanno il loro mestiere e battezzano Sbrego “il killer dei poliziotti”. La notizia prima di tutto.

Questa storia nera vi mostrerà come due vite lontane possano unirsi in un amore cementato dal sangue. Vivrete, con i protagonisti, gli imprevisti, le avversità, i colpi di fortuna che si creano durante una fuga. Tante situazioni diverse che vi porteranno a riflettere sul comportamento dei ragazzi. Non c’è condivisione o condanna. Solo una triste presa visione di due vite bruciate. La realtà, purtroppo, non è così diversa dalla fantasia. Storie di criminali in fuga si leggono tutti i giorni sui giornali. Uomini violenti che spariscono nel nulla. La polizia fa del suo meglio ma, a volte, fermare la libertà è quasi impossibile.
Vent’anni come una pisciata.

Venderà cara la pelle

Johnny non si arrenderà

Né finestre, né mura, né celle

Mai potranno fermare

La sua libertà.

Gang, “Johnny lo Zingaro”

1 commento:

  1. non so perché ma in questo libro troppe cose mi sembrano familiari. sarà la storia un po' alla bonnie&clyde forse.
    Non sono convintissima lo confesso però il fatto che tu abbia apprezzato mi fa ben sperare.

    ps
    la donna di ghiaccio è anche tra le mie prossime letture!

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