martedì 27 marzo 2018

RECENSIONE | "Fai piano quando torni" di Silvia Truzzi

Cari lettori, in questo periodo ho deciso di dedicarmi alla lettura di libri che si discostano notevolmente dai miei adorati thriller. È un modo per saggiare i temi proposti dalle nuove pubblicazioni lasciando a riposo, per un breve periodo, serial killer e atroci delitti. La sofferenza, il dolore e la violenza sono elementi che non caratterizzano in esclusiva il genere thriller ma, come tutti sappiamo, fanno parte della nostra esistenza e lasciano cicatrici sul nostro cuore. Proprio di cuori spezzati, distacchi improvvisi, amori traditi e rinascita, tratta “Fai piano quando torni”, edito Longanesi, primo romanzo della giornalista Silvia Truzzi, firma di punta de Il Fatto Quotidiano.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Fai piano quando torni
Silvia Truzzi

Editore: Longanesi
Pagine: 272
Prezzo: € 16,40
Sinossi
Margherita ha trentaquattro anni e un lavoro che ama. È bella, ricca ma disperatamente incapace di superare sia la scomparsa dell'adorato papà, morto all'improvviso otto anni prima, sia l'abbandono del fidanzato che l'ha lasciata senza troppe spiegazioni. Dopo un grave incidente d'auto si risveglia in ospedale. Qui incontra una signora anziana che da poco è stata operata al femore. Anna, oggi settantaseienne - nata poverissima, «venduta» come sguattera da bambina - ha trascorso la vita in compagnia di un marito gretto e di una figlia meschina, eppure ha conservato una gioia di vivere straordinaria. Merito delle misteriose lettere che, da più di mezzo secolo, scrive e riceve ogni settimana. I mondi di queste due donne sono lontanissimi: non fossero state costrette a condividere la stessa stanza, non si sarebbero mai rivolte la parola. Dopo i primi tempestosi scontri, però, fuori dall'ospedale il cortocircuito scatenato dalla loro improbabile amicizia cambierà in meglio la vita di entrambe.


La signora Anna è una di quelle persone indistruttibili. Ma non perché ha scelto solo se stessa, o perché non sente. Perché è, naturalmente, viva. Dice sì, mai no. Si avvicina e non si allontana. Non cerca una giustificazione della sua esistenza, se non nei minuti della sua vita. Non guarda gli altri per vedere nelle loro mancanze le sue vittorie. È. Solo questo. Le piace vivere. Mangia, ama, fuma.
Come si sopravvive al dolore? Se lo chiede la giovane Margherita, inquieta e infelice donna, nemica del pensare positivo e chiusa nel suo piangersi addosso. È arrabbiata con la vita, Margherita. Vita che le ha tolto il padre, morto d’infarto otto anni prima, e di cui lei ha un disperato bisogno.
Prima di dormire pensavo: ma se papà mi telefonasse da lassù, una chiamata interplanetaria, quanto costerà?
Per sentirlo ancora vicino Margherita annusa il suo profumo e parla con lui davanti alla sua tomba. Intanto la vita le ha regalato una parentesi di falsa serenità con Francesco ma anche lui, un giorno, se ne va dicendole:«Non so se ti amo più»

Abbandoni, questi, a cui Margherita non sa reagire e raccoglie in grandi scatole tutti i suoi ricordi conservati con ordine maniacale, con cura e dedizione.
A volte soffrire è più facile che non affrontare il dolore.
Un giorno, in compagnia della sua disperazione, Margherita ha un incidente d’auto. Un grave incidente. Dopo esser stata per mesi tra la vita e la morte, Margherita riapre gli occhi in una stanza d’ospedale. La sua vicina di letto, una signora anziana operata al femore, è Anna. I loro mondi sono in rotta di collisione e le scintille iniziali lasciano ben presto il posto a un rapporto in cui il dare e il ricevere diventano fonte di benessere per le due donne. L’inizio della loro conoscenza sottolinea le profonde diversità che caratterizzano le loro vite. Margherita è giovane, bella, ricca e istruita. Anna è una signora anziana, nata poverissima, ha lavorato come sguattera fin da bambina, ha sposato un uomo violento e messo al mondo una figlia meschina. Eppure Anna ha una gran gioia di vivere, sprizza vitalità da tutti i pori, guarda al futuro con ottimismo. Tutto merito delle misteriose lettere che, da più di 50 anni, scrive e riceve ogni settimana. A scriverle è Nicola, l’amore di una vita.
La vita è lunga e bisogna dividerla con qualcuno che sta dalla tua parte, che ti aiuta, che vuole tutto il bene per te.
Nicola vive a Napoli, si è sposato, ha dei figli ma nel suo cuore c’è posto anche per Anna, che abita a Bologna, il suo unico vero amore di gioventù. Perché non hanno coronato il loro sogno d’amore? A voi scoprirlo. Anna e Nicola non si sono mai più visti in questi lunghi anni di rapporti epistolari. Condividono frammenti della loro vita, un amore lontano che fa tenerezza.

A non fare tenerezza è Margherita. Inizialmente non ho condiviso il suo modo di rapportarsi alla vita. Comprendo il dolore per la perdita del genitore ma il suo lasciarsi andare è un errore madornale. Il dolore si subisce, gli eventi della vita lo elargiscono spesso a piene mani. È naturale soffrire ma reagire è un dovere. Margherita si sente una sfigata, guarda ciò che non ha senza alcuna attenzione per ciò che ha. Non si piace Margherita e si considera una perdente soprattutto nel rapporto con la madre, che lei chiama “Signora Madre”, una donna sempre bella, altera, elegante, sempre a suo agio con la sua femminilità.

E Francesco, l’uomo che lei considerava l’amore della sua vita? Anche lui, più difetti che pregi, appare come una meteora nell’esistenza della nostra protagonista. Uomo pronto a sminuire il lavoro della compagna, Margherita è avvocato, rivela tutta la sua superficialità nei comportamenti sibillini privi di veri sentimenti.
Agata dice che i maschi sono antropologicamente stronzi, incapaci di fare delle scelte, di dare un taglio alle cose anche in situazioni estreme. È la strategia della porta sempre aperta.
“Fai piano quando torni” è un intenso romanzo che offre due visioni opposte della vita. Con leggera ironia la scrittrice ci descrive i caratteri e le personalità dei personaggi sottolineando la difficoltà del cambiamento. Se il personaggio di Margherita fa arrabbiare, quello di Anna conquista e apre alla speranza di chi, nella vita, non si è mai arresa. Mi è piaciuta la metamorfosi compiuta da Margherita, complice la forza vitale della signora Anna. Il finale è perfetto, tenero e amaro, a testimonianza di come, nella vita, i momenti tristi si intrecciamo alla felicità. A noi saper cogliere il bello della vita. Davanti al dolore si china il capo ma la sofferenza diventa maestra di vita se noi riusciamo a trasformarla in conoscenza di se stessi, in un momento di maturazione.
Non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori. (Euripide)
Margherita si sente schiacciata dal suo vissuto e riesce, per sua fortuna, a stringere la mano che Anna le porge. Le due donne diventano l’una la chiave del futuro dell’altra. Nessun uomo è un’isola, parola di John Donne, siamo parte del tutto e abbiamo sempre bisogno degli altri. L’incontro tra due persone profondamente diverse si rivela un toccasana per entrambe così come l’amore tra Anna e Nicola, espresso nelle brevi e sgrammaticate lettere, esprime un modo per allontanare un mondo fatto di routine e umiliazioni. È un mezzo per difendersi e per creare momenti da non condividere con nessuno se non con la persona amata. Anna ci ricorda che bisogna far fronte in maniera positiva a eventi drammatici. Ci mostra come riorganizzare in modo positivo la nostra vita per trovare un nuovo slancio che ci proietti in un futuro migliore. Margherita accoglierà in sé tale energia e rinascerà a nuova vita.
Vivere non significa attendere che passi la tempesta, ma impara a danzare nella pioggia. (Gandhi)
Vi consiglio vivamente di leggere “Fai piano quando torni”. Nel frattempo impariamo a danzare nella pioggia per ritrovare un sorriso e non mollare mai.

6 commenti:

  1. Non era in lista all'inizio, ma a furia di sentirne parlare così bene... :)

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  2. Vedrai sarà una lettura che troverai sicuramente piacevole :)

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  3. Lo sa, io amo thriller e affini, ma son d'accordo, ogni tanto è bello emozionarsi grazie a storie intense... Non conoscevo questo libro, interessante!

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    1. Serial killer e omicidi sono insuperabili ma l'uomo è fatto anche di emozioni positive a cui bisogna dare ascolto :)

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  4. Cercavo un parere su questo libro e mi hai pienamente convinta! :)

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