venerdì 24 marzo 2017

RECENSIONE | “Il libro degli specchi” di E.O. Chirovici

Carissimi lettori, il mio amore imperituro per i thriller mi ha messo a confronto con un romanzo dalla verità camaleontica. Può accadere che un omicidio rimanga senza un colpevole, le indagini si perdano nel buio investigativo e il tempo seppellisca ogni prova. Ma cosa ne pensate di un omicidio che riflette molte verità filtrate da una memoria che gioca con i ricordi intrecciandoli con menzogne e soggettive interpretazioni? Se vi piacciono i casi complessi in cui più voci danno vita a un’intricata storia non potete perdervi “Il libro degli specchi” di E.O. Chirovici, edito Longanesi.

STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 7

Il libro degli specchi
E. O. Chirovici (traduzione di L. Bernardi)

Editore: Longanesi
Pagine: 330
Prezzo: € 16,40
Sinossi
Peter Katz ha alle spalle una lunga carriera in una delle agenzie letterarie più importanti di New York, e ormai quasi nulla può sorprenderlo. Ma il manoscritto che quasi per caso inizia a leggere lo colpisce fin dalle prime righe. Non è solo la scrittura magnetica, non è solo il coinvolgimento dell'autore a fargli capire subito che non si tratta di un romanzo come gli altri: chi scrive, un certo Richard Flynn, afferma di conoscere la verità su un famoso omicidio avvenuto quasi trent'anni prima, e di essere pronto a rivelarla nel suo romanzo. La vigilia di Natale del 1987, in circostanze mai del tutto chiarite venne ucciso Joseph Wieder, un carismatico professore di psicologia all'università di Princeton. Accademico stimato ma anche molto discusso, Wieder esercitava un notevole fascino sulle studentesse come Laura Baines, la ragazza di cui Richard Flynn era innamorato. Ma in questa sorta di sbilanciato e torbido triangolo, a un certo punto, qualcosa andò storto. Il manoscritto di Flynn è semplicemente eccezionale, ma purtroppo è incompleto: manca il finale. Determinato a non lasciarsi sfuggire l'occasione, l'agente letterario riesce a rintracciare l'autore, scoprendo però che è in fin di vita e che il resto del manoscritto è introvabile. Inizia così un viaggio alla ricerca del finale perduto e della verità che porta con sé. Un viaggio che diventa un'indagine sulla psiche e sul modo in cui la nostra memoria riscrive il passato, in un incerto, a volte ingannevole, gioco di specchi...

L’insieme dei nostri ricordi era soltanto la pellicola di un film che un buon regista avrebbe saputo rimontare a piacere, una sorta di gelatina plasmabile in qualsiasi forma.
“Il libro degli specchi” è un thriller che da voce a più personaggi, ognuno espone il proprio punto di vista e insieme danno vita alle tre parti che compongono il romanzo.

Prima Parte. Peter Katz
I ricordi sono come i proiettili. Certi ti sfiorano ronzando e riescono solo a spaventarti. Altri si infilano nella carne per distruggerti. (Richard Kadrey, Kill The Dead)
Peter Katz, agente letterario, riceve un manoscritto in cui l’autore afferma di conoscere la verità su un famoso omicidio, rimasto irrisolto, di quasi trent’anni prima. Il manoscritto si rivela incompleto, mancano gli ultimi capitoli in cui è svelato il nome del colpevole. Katz vuole incontrare l’autore del misterioso manoscritto che ha risvegliato la sua curiosità.

Seconda parte. John Keller
Da giovani, ci inventiamo un futuro diverso per noi stessi; da vecchi, un passato diverso per gli altri. (Julian Barnes, Il Senso Di Una Fine)
Katz rintraccia l’autore del manoscritto ma arriva tardi, l’uomo è morto senza rivelare dove ha nascosto le pagine conclusive del suo lavoro. Cosa fare? Katz incarica Keller, cronista, di trovare il resto del manoscritto, se esiste. Altrimenti dovrà ricostruire, in maniera plausibile, il delitto irrisolto. Le ricerche di John si rivelano difficili: troppa gente racconta storie in contraddizione tra loro. Mezze verità? Menzogne? Ricordi difettosi?

Terza parte. Roy Freeman
Ma ancora v’à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà di veduta e l’altre per udita, acciò che ‘l nostro libro sia veritieri e sanza niuna menzogna. (Marco Polo, Il Milione)
Toccherà a Roy Freeman, ex poliziotto, districare questa complicata matassa in cui nulla è ciò che sembra come in un crudele gioco di specchi.
Avevano tutti avuto torto, scorgendo soltanto le proprie ossessioni mentre cercavano di guardare la realtà attraverso finestre che si erano infine rivelate per ciò che erano sempre state, ovvero non finestre ma specchi.
“Il libro degli specchi” è un thriller a continuo rilascio di indizi mediati dalla memoria dei protagonisti. È una staffetta investigativa in cui i personaggi, coinvolti nell’indagine, si passano il testimone l’un l’altro. Ogni rivelazione ha il potere di uno specchio deformante: è, allo stesso tempo, vera e falsa. Tutti sembrano aver ragione,  tutti sembrano aver torto. La realtà è vista attraverso il filtro delle proprie ossessioni. La mente ha la capacità di trasformare la realtà oggettiva in una realtà tutta nostra.

Il pregio di questo romanzo è la capacità di catturare l’attenzione del lettore mescolando continuamente le carte in tavola. Io mi sono lasciata coinvolgere dalla storia incuriosita non tanto dalla ricerca del colpevole quanto dal fascinoso mondo dei ricordi falsati. Il fatto criminale è passato in secondo piano rispetto alla ricerca del “perché”. Il tema della memoria che altera i fatti è stato spesso protagonista di numerosi libri. Io ho apprezzato l’intreccio del romanzo, la presenza di più voci, l’assenza di certezze, le mezze verità. Il finale rivela il colpevole ma soprattutto rivela i retroscena del crimine, ogni “perché” ottiene una risposta ma, come scriveva Oscar Wilde, ricordate che “La gente è quasi sempre altra gente.”

2 commenti:

  1. eh anche io condivido la passione per i thriller, e questo è un altro titolo da segnarmi!!
    buona domenica pomeriggio :))

    RispondiElimina